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I numerosi libri che Desiderio fa realizzare nei trent’anni del suo governo testimoniano il suo ambizioso progetto culturale e artistico.
Fra questi spicca il manoscritto Cod. 339, eseguito intorno al 1066. Il nome dell’abate compare ben risaltato su un’elegante cartella dorata. *1 La decorazione è sfarzosa e anticipa la bellezza dei codici che Desiderio fa realizzare a partire dal 1071 in occasione della cerimonia di consacrazione della nuova basilica [rinvio alla pagina del sito dedicata all’argomento, l’area virtuale] e, in seguito, degli altri edifici monastici che fa ricostruire.
Al 1072 è datato il manoscritto Cod. 99, che si apre con una “Scena di dedica” e una lunga sottoscrizione. Il testo riporta che, per ordine di Desiderio, il codice è stato pagato e donato all’altare di san Benedetto da Giovanni, già arcipresbitero della Chiesa Marsicana, in occasione della sua monacazione. Sono ricordati altri due personaggi: il supervisore e l’esecutore materiale del libro. Entrambi si chiamavano Leone. Nell’immagine, sullo sfondo di una costruzione basilicale, Desiderio presenta a san Benedetto il monaco Giovanni, che offre un volume chiuso da fermagli e coperto da una legatura con gemme. *2 Ai piedi del santo è inginocchiato un giovane monaco con le mani velate in segno di rispetto: è Leone Marsicano, nipote di Giovanni. Questi, non solo supervisiona l’opera, ma diventa bibliotecario e responsabile dello scrittorio di Montecassino per volere di Desiderio. Con lui, l’attività dello scriptorium vivrà il periodo del suo massimo splendore.
La scena e il testo del Cod. 99 sono una testimonianza importante e rara della produzione dei manoscritti medievali, perché ne mette in scena tutti gli attori e vengono distinti in modo gerarchico i vari ruoli. Sono presenti il destinatario, cioè san Benedetto, che riceve il codice; il committente, ovvero Desiderio, che ordina la sua esecuzione; il donatore, Giovanni, che paga le spese del lavoro; il sovrintendente dello scriptorium, Leone, che cura la realizzazione del libro ed è raffigurato con dimensioni minori e in atteggiamento umile. L’esecutore materiale, ossia chi ha scritto il libro, è solo citato.
Purtroppo, né nella sottoscrizione, né nell’immagine troviamo traccia dei miniatori che si sono avvicendati sulle pagine del codice. Non abbiamo notizie né degli ornatisti, che hanno realizzato le esuberanti iniziali, né degli autori dei tre disegni che raffigurano gli episodi biblici dell’Annunciazione, del Sogno di Giuseppe, dell’Adorazione dei magi e dell’Ascensione. Per qualche motivo che non conosciamo, questi miniatori hanno interrotto il loro lavoro, lasciando tutta la parte superiore dell’Ascensione incompleta, le pagine che avrebbero dovuto raffigurare la Natività, la Resurrezione e la Pentecoste bianche, e piccole cifre o sigle che indicano colori [https://www.memo.pyle.it/strumenti/miniature-da-colorare/] che non furono mai stesi sulla pergamena.
Desiderio Bibliofilo