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Questa casa è simile al Sinai dove fu promulgato il sacro decalogo: e lo dimostra la Regola che qui fu un giorno dettata. Da qui uscì la legge che guida dal profondo gli animi degli uomini e, propagata, diffonde la luce fino ai confini della terra” (“Haec Domus Est Similis Sinai Sacra Iura Ferenti Ut Lex Demonstrat Hic Quae Fuit Edita Quondam. / Lex Hinc Exivit Mentes Quae Ducit Ab Imis, Et Vulgata Dedit Lumen Per Climata Saecli”).
Il monaco Alfano di Salerno compone questi versi per l’abside della basilica di Montecassino, ricostruita tra il 1066 e il 1071 dall’abate Desiderio. Egli paragona l’Abbazia al Sinai: come da quel monte si è diffusa la Legge del Signore, consegnata a Mosè, da Montecassino si è diffusa la Regola che è alla base del monachesimo d’Occidente.
L’importanza di Montecassino spiega perché, nonostante ben quattro distruzioni (nel 577, nell’883, nel 1349 e durante la Seconda Guerra Mondiale [rinvio interno al sito, alla Categoria 6], è sempre risorta. In particolare, nel 1945, dopo i pesanti bombardamenti aerei degli alleati
è stata ricostruita secondo il principio del “dov’era, com’era” (“ubi erat uti erat”). Ciò per preservare la sua importante eredità spirituale e culturale, che si lega fortemente al territorio e alla comunità.
Oggi, i suoi ambienti narrano una storia millenaria: testimonianze di fede e cultura sono conservate nella chiesa, nel Museo, nell’Archivio e nella Biblioteca, come i codici prodotti nello scriptorium, i resti della decorazione scultorea e pavimentale dell’età di Desiderio, gli affreschi romanici, le porte bronzee arrivate nel 1066 da Bisanzio, i bozzetti e i marmi che ne testimoniano l’aspetto barocco, le suppellettili liturgiche e i paramenti sacri.
Inoltre, conserva la tomba di San Benedetto, miracolosamente intatta, come gran parte della cripta decorata all’inizio del XIX secolo.
Il senso di appartenenza verso questo un luogo è cresciuto nel tempo: oggi Montecassino accoglie visitatori e pellegrini con la parola “pax”, pace, incisa sul portone d’ingresso, come un simbolo di pace e dialogo tra fedi e culture. Questo luogo incarna il senso più profondo della parola “heritage”: un’eredità materiale e immateriale che si rinnova nel tempo, trasformando il passato in un patrimonio vivo.